ROMA — Il futuro del Pd appeso ad un registratore. Non perché dipenda dal contenuto delle cassette che hanno immortalato l'incontro tra Rosa Russo Iervolino e il dimissionario segretario del Pd napoletano, Luigi Nicolais. Ma perché il partito è scosso dal «metodo» usato dal sindaco di Napoli per assicurarsi della buona fede dei suoi interlocutori sul rimpasto della sua giunta. E perché la vicenda si aggiunge allo stato già difficile del Pd, alle prese con altre situazioni locali complesse (vedi Pescara o la Sardegna) e, soprattutto, la questione morale. Tanto che il coordinamento nazionale del partito, fissato per questa mattina, che dovrà tra l'altro parlare anche della conferenza programmatica fissata a marzo, si preannuncia coi nervi a fior di pelle. Pare che Veltroni non abbia affatto gradito quella registrazione, cosa che viene confermata dalle parole, molto dure, del «fedelissimo» Giorgio Tonini: «Speriamo di fare in futuro un partito in cui non si usino mai più questi metodi. Sono il frutto di un clima avvelenato che si è creato a Napoli e che abbiamo intenzione di spazzare via al più presto. Per questo abbiamo inviato, come commissario, Enrico Morando ».
In altre parole, la Iervolino «ha ritenuto che la sua soluzione era il massimo del rinnovamento possibile e noi ci siamo ripresi l'autonomia della politica». Cioè, dopo le dimissioni di Nicolais, Veltroni ha nominato un commissario, appunto Morando, per riprendersi il partito a Napoli. Sulla sua nomina ironizza Europa in prima pagina affermando che ci vorrà l'interprete, dato che è piemontese. Ma Morando non ha voglia di scherzare: «C'è poco da ridere: la vicenda napoletana è terribilmente seria». Nicolais, fresco di dimissioni, assicura a Morando, che oggi parteciperà al coordinamento del Pd, il suo «più convinto sostegno ».
E subito dopo lancia un affondo contro la Iervolino: «Sono senza parole: non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere. Mi è sembrata veramente una cosa incredibile in un Paese civile, tra persone per bene». Racconta: «Era una discussione serena, il sindaco spiegava a me e a Iannuzzi perché non poteva cambiare gli assessori. Ho visto che a un certo punto c'è stato lo spostamento di una scatola, ho avuto qualche dubbio, ma non ero certo che contenesse un registratore. È stata veramente una caduta di stile incredibile». Conclusione: «Il Pd a Napoli ha perso la percezione dei suoi elettori». E intanto continua a tuonare contro i vertici del Pd, Arturo Parisi: «Non si può costruire un partito forte attorno ad una somma di debolezze, di linea, di organizzazione, di leadership ».
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