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«Quotazioni del petrolio confermano il ruolo abnorme della speculazione»

14 de julho de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}Ortis: «Servono accordi di governance e regole internazionali che mortifichino la stessa speculazione»

 

ROMA – Le quotazioni del petrolio e dei suoi derivati «sembrano confermare il ruolo abnorme di una certa speculazione». L'allarme è del presidente dell'Autorità per l'energia e il gas, Alessandro Ortis, che nella Relazione annuale al Parlamento sollecita la messa a punto di «accordi di governance e regole internazionali che mortifichino la stessa speculazione, migliorando decisamente la trasparenza, l'efficienza e l'affidabilità dei mercati». A questo proposito, l'Autorità approfondirà la proposta della realizzazione di una «Borsa del petrolio europea».

GAS – Per Ortis inoltre il volume e il periodo previsti dal decreto anti-crisi per la cessione del gas da parte dell'Eni dovrebbero essere dilatati. Il presidente dell'Autorità per l'energia e il gas torna quindi a chiedere la separazione proprietaria di Snam Rete Gas. Il decreto legge, ha spiegato Ortis, «ha recepito parzialmente» le proposte dell'Autorità per una maggiore concorrenza nel settore, fra cui la cessione di asset di stoccaggio e di gas: sul secondo punto «auspichiamo che – ha detto Ortis – in fase di conversione il volume e il periodo previsti vengano dilatati significativamente, per favorire anche i consumatori medi e piccoli e promuovere adeguatamente la concorrenza». Su Snam, inoltre, «resta sempre urgente» la separazione proprietaria, «per risolvere veramente, come già fatto nel settore elettrico, un conflitto di interessi non eliminabile nemmeno con muraglie cinesi costruite da regolazioni troppo invasive».

LUCE – Dal 2010, spiega ancora Ortis, potrà invece essere gradualmente estesa su larga scala la tariffa bioraria per l'elettricità, quella che permette di pagare meno, per esempio, nella fascia oraria notturna. Il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas sottolinea che questo è possibile grazie alla diffusione dei contatori elettronici, «già prossima al completamento, conseguendo così un record mondiale». «Grazie a tale diffusione, dal 2010 potrà essere gradualmente estesa su larga scala la tariffa bioraria nel settore domestico, che consentirà non solo una migliore allocazione dei costi, ma soprattutto indurrà comportamenti più virtuosi ed efficienti, a beneficio di tutti i consumatori e dell'equità del sistema», ha detto Ortis.

BONUS ELETTRICO – Per quanto riguarda il bonus elettrico, «è stato già superato il milione di domande», ha detto Ortis, aggiungendo che «quelle non ammissibili sono meno del 2%, quelle in via di valutazione 380 mila circa, quelle già ammesse alla riduzione della bolletta sono più di 600 mila, numero ovviamente destinato ad aumentare». Sempre nel settore elettrico «continua ad aumentare il numero di famiglie e piccole imprese che scelgono offerte sul mercato libero», ha rilevato Ortis, precisando che «in soli due anni di liberalizzazione, oltre 3 milioni e 200 mila consumatori hanno deciso di cambiare venditore: oltre 2 milioni di famiglie (il 7,1% del totale) e più di un milione e 200 mila piccole imprese (il 15,6% del totale). Il tasso di switching medio nazionale arriva così all'8,9%, un livello in linea con le migliori esperienze degli altri Paesi europei».

COSTI – In Italia, sottolinea ancora Ortis, nel 2008 il 60% delle famiglie ha avuto bassi consumi di energia elettrica (con meno di 2.500 kWh) e ha pagato meno della media Ue. Si ribalta invece la situazione per i consumi più alti e per le imprese; la bolletta in questi casi pesa di più che nel resto d'Europa con scostamenti per i consumi più elevati «anche superiori al 45%» e per le aziende «superiori al 25%». Per il gas le bollette sono meno care della media europea per la classe più bassa di consumo, mentre per i consumi più elevati (utilizzo del gas anche per il riscaldamento), il prezzo è stato in linea con quello medio europeo, se calcolato al netto delle imposte, e superiore, se calcolato al lordo (con uno scostamento del 15%). Le imprese italiane hanno pagato prezzi vicini ai livelli della media europea. Tuttavia, prosegue Ortis, «il confronto con Paesi dove la liberalizzazione è più avanzata mette in evidenza che i prezzi italiani, al netto delle imposte, si sono attestati su livelli più alti, anche con scostamenti di oltre il 20%». «Dall'inizio dell'anno ad oggi il prezzo per l'energia elettrica è quindi sceso dell'8%; quello del gas del 15,4%» ha concluso Ortis.

FINI – «Si delinea per il nostro Paese, il rinnovarsi di una pesante incognita sulle prospettive di ripresa» ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo proprio alla presentazione della relazione annuale dell'autorità per l'energia elettrica ed il gas, nella sala della Lupa a Montecitorio. «Il manifestarsi, a livello mondiale – osserva – dei primi segnali di rallentamento della crisi economica è stato immediatamente accompagnato dall'assai più dinamico aumento dei prezzi del petrolio, che, negli ultimi mesi, avevano raggiunto quasi il loro minimo storico. Ciò denota il carattere strutturale dell'equazione: sviluppo economico, crescita del fabbisogno energetico e dei prezzi dell'energia stessa. A seguito dei maggiori prevedibili oneri per la nostra bilancia commerciale derivanti dall'accresciuta importazione di energia, con il conseguente rischio di spinte inflattive superiori a quelle dei nostri competitors». «L'amplificazione degli effetti della crescita dei prezzi – prosegue – sarà, in questo contesto, il risultato di due fattori interdipendenti: per un verso, un mercato petrolifero legato a logiche commerciali e speculative di breve termine; per l'altro, un mercato del gas basato su contratti di lungo termine, ma sostanzialmente indicizzati agli stessi prezzi del petrolio. Un circolo vizioso – dice Fini – aggravato dalla carenza di infrastrutture adeguate e che condiziona negativamente i potenziali di offerta».

 

Fonte: www.corriere.it 

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