Finocchiaro: "Così si rischia la resa dei conti"
ROMA – "Il rinvio del congresso è improponibile. Lo Statuto parla chiaro. Serve un congresso vero per aprire una fase nuova". Dario Franceschini apre così la direzione del Pd. Ribandendo il suo "no" all'ipotesi di rinviare a dopo le regionali del 2010 il congresso. "Vi invito a non avere paura di un congresso vero, anche dividerci e scontrarci su linee politiche diverse ci farà bene" dice il segretario democratico in corsa con Pierluigi Bersani.
E proprio su questo, sul rischio di una guerra fratricida nel Pd, alza la voce Anna Finocchiaro, rilanciando la sua proposta di separare la discussione politica dall'elezione del segretario, da svolgere in un secondo momento: "Serve un congresso vero, profondo,
senza reticenze e paure, ma si è messa in moto una dinamica potenzialmente pericolosa. Una competizione per la leadership che ha le caratteristiche di una mera conta interna, che rischierà di oscurare l'oggetto del congresso, cioè il Pd e questa Italia".
Ed è sempre la Finocchiaro a dare voci ai malumori interni suscitati dal videomessaggio di candidatura di Franceschini. Quell'attacco al "vecchio" che vuole tornare non è piaciuto a tutti."C'è il rischio di una conta interna che gli argomenti usati ieri dal segretario per annunciare la propria candidatura rischiano di trasformare in una resa dei conti'' continua la Finocchiaro.
Ma Franceschini insiste con la sua idea di rinnovamento e così la spiega. "Penso di investire sulla forza straordinaria del nostro territorio: sindaci, amministratori, segretari provinciali e regionali, consiglieri comunali, presidenti di circolo e giovani parlamentari". Saranno loro che, se Franceschini sarà eletto, saranno messi nelle condizioni di crescere "verso ruoli sempre più alti di responsabilità nel partito nazionale".
Franceschini, davanti ai vertici diessini che lo ascoltavano, ha ricordato che negli ultimi 15 anni il centrodestra ha saputo offrire agli elettori una leadership stabile, pochi messaggi ma diretti e chiari, facilmente comprensibili. Il centrosinistra, invece, ha offerto instabilità di governo e di leadership. "E' su questo che bisogna riflettere e dare risposte – spiega il segretario – Serve una identità definita e certa al centrosinistra e al Pd, perchè fin ora è stata costruita 'grossolanamente': all'opposizione come antiberlusconismo, al governo come coloro che risanano i conti". Questo, per Franceschini, non basta. Ed anche per questo è necessario, è stato il ragionamento del segretario, costruire una nuova alleanza perchè va bene la vocazione maggioritaria ma non significa certo restare soli. Allo stesso tempo, nuova alleanza non vuol dire affatto ritorno all'Unione. Nuova alleanza da costruire attorno al Pd di cui ne è il perno e a cui spetta indicare le scelte.
Fonte: www.repubblica.it