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Mattarella all’Altare della Patria per la Festa della Repubblica

02 de junho de 2021 - Por Comunità Italiana
Mattarella all’Altare della Patria per la Festa della Repubblica

In occasione della Festa della Repubblica, il Presidente Sergio Mattarella, che nel pomeriggio di ieri si è rivolto ai rappresentanti del Corpo diplomatico in occasione del concerto in loro onore, si è recato stamane all’Altare della Patria per rendere omaggio al Monumento del Milite Ignoto. Il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, ha deposto una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto. Alla cerimonia erano presenti i Presidenti del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e della Camera, Roberto Fico, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi e il Presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio. Al termine, le Frecce Tricolori hanno sorvolato su Piazza Venezia.

Mattarella: il 2 giugno è la festa di tutti gli italiani

“Celebriamo una ricorrenza particolarmente importante: 75 anni orsono il popolo italiano, lasciandosi alle spalle le tragedie della dittatura e della guerra, scelse la Repubblica”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi pomeriggio, nei giardini del Quirinale, ha ospitato il concerto in onore del Corpo diplomatico accreditato in Italia, eseguito dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal Maestro Jakub Hrůša, che ha aperto le celebrazioni per la Festa della Repubblica.

“Sono particolarmente lieto di condividere la festa di tutti gli italiani con gli ambasciatori accreditati, rappresentanti dell’amicizia che lega i loro paesi all’Italia”, ha aggiunto il Presidente. “Il progresso realizzato dalla Repubblica italiana in questi 75 anni è stato straordinario”, ha osservato il Capo dello Stato. esso, ha aggiunto, “è stato accompagnato da una condivisione di valori e di prospettive con le numerose Nazioni con le quali abbiamo cooperato”.

Una dimensione, quella del “multilateralismo”, che, ha rimarcato Mattarella, “è radicata nella nostra Costituzione” e rappresenta una “autentica vocazione del nostro Paese a contribuire a realizzare un mondo in pace e in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione, secondo regole assunte dalla comunità internazionale”.

“Si tratta di diritti inalienabili e indivisibili”, ha aggiunto, contro cui “ogni atto di forza danneggia la causa della pacifica coesistenza e del sereno sviluppo di relazioni basate sul diritto internazionale”.

“La concezione di un bene comune più importante di ogni particolarismo – ha sottolineato il Presidente – ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale”.

“La terribile esperienza della pandemia e dei suoi effetti hanno reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli”, ha detto ancora il Capo dello Stato; “soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla”. Ora “questa cooperazione è chiamata a sostenere le opportunità offerte da una nuova stagione di ripresa, di rinascita civile ed economica”, insomma “un nuovo inizio per una comunità internazionale che voglia affrontare con successo le sfide della sostenibilità dei modelli di vita e della lotta alle diseguaglianze”.

“Mi permetto di invitare a questo fine a trovare le tante ragioni di un impegno condiviso che – ha precisato il Capo dello Stato – non attenua le differenze, ma unisce gli sforzi di tutti contro i nemici dell’umanità”.

La nascita della Repubblica Italiana dal 1946 “segnava anch’essa un nuovo inizio, l’edificazione di una casa comune”; essa “è stata la libera sottoscrizione di un patto di cittadinanza da parte dei cittadini e, per la prima volta, delle cittadine”.

“Sulle macerie il popolo italiano, i popoli d’Europa e i popoli del mondo – ha ricordato Mattarella – si proposero di non ripetere gli errori del passato: non sempre ci siamo riusciti, ma la spinta alla rinuncia della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali è stata allora e rimane robusta e forte. È un disegno incompiuto per cui moltiplicare gli impegni comuni. Con questa convinzione e in questa prospettiva – ha concluso – auguro a tutti una buona Festa della Repubblica Italiana”. 

Mattarella: un 2 giugno nel segno dell’impegno collettivo per il rilancio del Paese

“Cari Prefetti, nel 75° anniversario della fondazione della Repubblica, desidero rivolgere il mio grato saluto a ciascuno di voi e, per il vostro tramite, a tutti coloro che svolgono pubbliche funzioni nelle diverse realtà territoriali. La comunità nazionale, che intraprende il delicato percorso verso il definitivo superamento del periodo emergenziale, celebra quest’anno la ricorrenza del 2 giugno nel segno dell’impegno collettivo per il rilancio del Paese e della ricerca di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione”. Inizia così il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla vigilia della Festa della Repubblica, ha inviato ai Prefetti d’Italia, affinché se ne facciano interpreti nelle iniziative promosse domani a livello locale.

“Nei mesi scorsi, contrassegnati dalle complesse sfide della pandemia, la sinergia tra le Istituzioni, di cui i Prefetti e gli Amministratori locali sono stati attivi promotori, è stata un punto di forza essenziale per arginare la recrudescenza del contagio e assicurare la tenuta della coesione sociale”, rimarca il presidente, secondo cui “se ora possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro, è soprattutto grazie alla ricchezza di risorse che il Paese ha saputo trovare o riscoprire e all’apporto unitario che ciascuno, non senza sacrificio, ha offerto”.

“La mia gratitudine – continua Mattarella – va a ciascun cittadino che, con il proprio senso civico e il rispetto delle regole, ha dato il suo personale contributo alla lotta contro il virus. Il mio pensiero, in particolare, è per gli anziani e i giovani, radici e futuro della Nazione, che hanno subito in modo rilevante, nei propri percorsi di vita, l’impatto della crisi. Nella Festa della Repubblica, il nostro commosso omaggio va a coloro che, ancora in molti, sono stati colpiti dal contagio e hanno perso la vita, con un carico di sofferenza che appartiene a tutta la collettività”.

“Della comune tensione alla ripresa – annota Mattarella – sono indice, in particolare, gli sforzi profusi sul territorio per assicurare efficienza alla campagna vaccinale, un ritorno a condizioni di normalità in ambito scolastico e il graduale riavvio di tutte le attività economiche, sociali, culturali. Il Paese – ricorda il Presidente – è ora di fronte ad opportunità di ampio respiro, grazie anche alle pianificazioni e agli investimenti a livello europeo”.

“In questa delicata fase, – sottolinea – cruciale è il ruolo svolto dai Prefetti e da quanti esercitano una funzione pubblica, chiamati a sostenere le iniziative promosse per la ripartenza, il cui buon esito dipenderà dal contributo di tutti e dalla complessiva capacità di fare rete delle componenti istituzionali e della società civile. Nell’anno in cui celebriamo anche il centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, merita di essere richiamata la prima vocazione del Prefetto, quella di rendere prossimo alle singole comunità lo Stato, che viene “rappresentato”, reso presente, nel contesto locale. È un compito di altissima responsabilità, che svolgete a favore dell’unità e della coesione e che vi rende interpreti attenti delle istanze territoriali nonché qualificati interlocutori del sistema delle autonomie e dei cittadini”.

“Con l’auspicio che la Festa della Repubblica possa essere l’occasione di una rinnovata riflessione sui valori di libertà, uguaglianza e democrazia alla base della scelta repubblicana e della Carta costituzionale, punto di sicuro orientamento anche nell’attuale passaggio storico, – conclude il Capo dello Stato – rivolgo a voi Prefetti e a tutte le Istituzioni locali i più sentiti auguri di buon lavoro”. (aise) 

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