{mosimage}Il ministro dell'Istruzione attacca la sinistra "Ha terrorizzato per mesi le famiglie"
e annuncia un limite massimo del 30% per classe di ragazzi non italiani
ROMA – E' tesa l'atmosfera per l'apertura dell'anno scolastico. Tra proteste e contestazioni, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini risponde duramente alle polemiche. E inizia con un attacco ai professori troppo politicizzati, prima sui giornali, in un'intervista al Corriere della Sera, e poi anche in conferenza stampa dal carcere minorile napoletano di Nisida: ''Chi fa politica deve farlo fuori dagli edifici scolatici. Si tratta di una miniranza che piega la scuola ai suoi interessi di parte". ''Alcuni dirigenti scolastici e insegnanti, una minoranza, disattendono l'attuazione delle riforme'' accusa la Gelmini "tentando di mantenere il modulo anche se il modulo è stato abolito con il passaggio al maestro unico prevalente''.
Riportando i dati sul tempo pieno, poi, non esita ad attaccare la sinistra che, a suo parere "ha terrorizzato le famiglie per mesi, ma ora la disponibilità del tempo pieno per 50mila studenti in più dimostra che il governo aveva ragione". Il ministro interviene anche sulla questione immigrati. "Dall'anno prossimo ci sarà un tetto del 30% di studenti stranieri per classe" spiega a Mattino 5. "In alcuni casi la presenza è del 100%, e questo certo non favorisce l'integrazione. Stiamo studiando gli aspetti tecnici di un provvedimento per introdurre questo tetto, e ci sarà anche una nuova materia, l'educazione alla cittadinanza e alla Costituzione".
Religione. "Sugli insegnanti di religione sono assolutamente d'accordo con il Vaticano" ha poi aggiunto il ministro. "A loro vanno grantite le stesse condizioni degli altri insegnanti, e credo che l'ora di religione debba avere pari dignità rispetto alle altre materie. L'Italia non può non riconoscere l'importanza della religione cattolica nella nostra storia e nella nostra tradizione".
Mobilità. Tra gli obiettivi del ministro Gelmini, anche una riduzione della mobilità degli insegnanti: "Va a danno degli studenti e della qualità della scuola. Per questo stiamo lavorando per fare in modo che i dirigenti scolastici abbiano la facoltà di mantenere gli insegnanti nello stesso istituto e nella stessa classe per almeno un biennio". Secondo le stime del notiziario specializzato Tuttoscuola, quest'anno saranno oltre 180mila gli insegnanti che cambieranno sede. Di questi, solo 70mila lo faranno per scelta, mentre gli altri vi saranno costretti perché, come precari, vengono nominati di anno in anno su sedi diverse.
Fonte: www.repubblica.it
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