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Gabbie salariali e dialetto, Bossi rilancia La Russa: “Frutto del sole d’agosto”

14 de agosto de 2009 - Por Comunità Italiana

{mosimage}Il leader della Lega sull'Udc: "No ad accordi con i centristi"

 

PONTE DI LEGNO (BRESCIA) – Federalismo fiscale, gabbie salariali, partito del Sud e dialetto obbligatorio. Conversando con i giornalisti dal suo ritiro a Ponte di Legno (Brescia) Umberto Bossi ha affrontato temi e proposte della Lega, elencando priorità e programmi dei prossimi mesi. Proposte che Ignazio la Russa liquida in fretta: "parlare di gabbie salariali dipende dal sole d'agosto".

"Salari territorializzati". Il leader del Carroccio e ministro delle Riforme, giunto ieri sera con la famiglia per trascorrere una breve vacanza a Ponte di Legno, dove domani terrà un comizio alla festa della Lega, torna a insistere sulla nuova battaglia del Carroccio lanciata nelle scorse settimane, quella per le cosiddette "gabbie salariali". "Questa estate voglio sostenere le gabbie, anzi i salari territorializzati", dice ripetendo il concetto già espresso nei giorni scorsi: "I lavoratori devono arrivare a fine mese, in particolare al nord, dove la vita costa di più". Bossi ha quindi aggiunto che l'introduzione del salario territorializzato non può avvenire solo per via legislativa: "Ci sono i sindacati, quindi si deve dare il via alla contrattazione. I sindacati devono parlare con il governo".

La Russa: "Proposte frutto del sole d'agosto". "Gabbie salariali e dialetti? In agosto si parla di un po' di tutto. Posso dire con sicurezza che per legge non imporremo né gabbie salariali né differenze salariali da
territorio a territorio" ha detto Ignazio La Russa ai microfoni di Sky Tg24. "Diverso – ha spiegato il titolare della Difesa – è affidare alla contrattazione territoriale la crescita degli attuali salari, mi pare che questo possa anche uno stimolo. Ma parlare di gabbie salariali dipende dal sole di agosto".

Federalismo fiscale. "Il federalismo fiscale non costa niente, comunque a settembre metteremo i numeri accanto a ogni voce". Lo ha affermato il ministro delle Riforme Umberto Bossi replicando a chi sostiene che il federalismo fiscale costa di più allo Stato. "Il vero problema – ha aggiunto – è la sanità con una spesa fuori controllo. Non è possibile che al Sud una garza costi cento volte di più rispetto al Nord".

"Dialetto deve essere obbligatorio". Bossi ha rilanciato l'idea di introdurre lo studio del dialetto a scuola e ha annunciato che inizierà a scrivere la legge. "Secondo me – ha spiegato – lo studio del dialetto deve essere obbligatorio". Alla domanda se ha avuto sull'argomento un confronto con il ministro Gelmini, Bossi ha replicato: "Con lei non ho parlato, se vuole in questi giorni può venire qui a Ponte di Legno a parlare". Bossi ha quindi spiegato che, a suo avviso, il dialetto dovrebbe essere insegnato attraverso la musica e lo studio delle canzoni popolari per renderlo piacevole: "Me lo ha spiegato anche mia moglie, che insegna, e di queste cose se ne intende".

"Nessun problema per un partito del Sud". Un partito del Sud "a noi non creerebbe nessuna difficoltà, è una vicenda interna al PdL" ha detto il ministro delle Riforme. "Una cosa deve essere chiara – ha spiegato Bossi – i partiti non nascono perché un gruppo di dirigenti lo vuole, ma perché lo vuole la gente. La Lega è nata perché la gente ha detto basta con Roma ladrona. Non è quindi possibile che al Sud nasca un partito perché un gruppo di dirigenti lo vuole promettendo che poi farà arrivare i soldi in quelle zone". Secondo Bossi l'idea del partito del Sud è nata perché a fronte della crisi economica "i soldi dell'Europa sono stati dirottati per gli ammortizzatori sociali al Nord dove hanno chiuso le fabbriche. Nessuno dimentichi che nella storia il Nord ha sempre dato i soldi al Sud".

"Innse, non dare il via a lotta di classe". Il ministro delle Riforme si è dichiarato soddisfatto per la conclusione positiva della lotta degli operai dell'Innse di Milano per evitare lo smantellamento della fabbrica, ma si è anche detto preoccupato per la possibile radicalizzazione delle vertenze: "Quella lotta ha pagato, ma ora non si deve dare il via alla lotta di classe". "Non è il momento – ha aggiunto Bossi – per fare quelle cose lì. Oggi gli imprenditori sono dei poveri disgraziati. Non si deve pensare che sono contro gli operai, lavorano anche loro per il bene delle fabbriche".

"No a candidatura di Formigoni". Sulla presidenza delle Regione Lombardia "la trattativa è aperta ma fino all'ultimo non diamo nessun ok alla candidatura di Formigoni. E' un amico, si è comportato bene, però fino all'ultimo la partita è aperta". Bossi prende le distanze dall'iniziativa del gruppo leghista in Regione Lombardia, che propone di introdurre una norma che impedisca a Formigoni di candidarsi nuovamente, ma lascia la porta spalancata per la possibilità di una futura guida leghista. E promette che alle prossime elezioni regionali lombarde del 2010 la Lega "certamente farà la sua parte, però a me non interessa litigare con Formigoni, mi interessa fare degli accordi. Ci interessa che le nostre idee vadano a bersaglio".

"L'Udc resti dov'è". A Bossi non interessa un riavvicinamento dell'Udc al centrodestra neppure in vista delle elezioni regionali del prossimo anno. "Lasciamoli dove sono, rompono le b… e basta" ha detto Bossi dal suo ritiro di Ponte di Legno. "In Padania – ha aggiunto – non abbiamo bisogno dei voti di nessuno. I voti li abbiamo e poi mi domando: con l'Udc siamo sicuri poi di poter governare?".
 
Fonte: www.repubblica.it 

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