{mosimage}«Serve un salario minimo garantito per tutti i lavoratori». «Alla Lega voti di resa e paura»
FUORI DALLA SFERA DEL PD – In Italia, invece, «la mia prospettiva è quella di unire una sinistra al di fuori della sfera del Pd. Il comunismo, e in particolare la lettura che Marx fa della realtà economica è di strettissima attualità, come la crisi attuale dimostra. Per uscirne bisogna mettere "la mordacchia" alla speculazione finanziaria e bisogna redistribuire il reddito dall'alto in basso».
Nell'ora di confronto con i lettori di Corriere.it il segretario di Rifondazione ha toccato molte delle questioni di stretta attualità politica, a cominciare dal prossimo appuntamento elettorale. «I tre motivi principali per cui votarci alle Europee? Rafforzare la sinistra, attuare una politica sociale che eviti la guerra tra i poveri, e costruire un'Europa neutrale non sottoposta alla Nato, che usi i soldi per fare cooperazione internazionale» . E l'obiettivo di Rifondazione? «Il risultato del 4% è alla nostra portata. Se non lo raggiungessimo gli organismi dirigenti decideranno cosa fare e il mio ruolo è legato a queste decisioni. Non faccio il segretario per volere del Signore».
VOTI OPERAI ALLA LEGA – «In parte questo deriva dalla delusione dopo il governo Prodi. Chi si aspettava risultati non li ha avuti. L'altro aspetto è legato al fatto che molti lavoratori in questi anni sono stati sconfitti e corrono ai ripari, illudendosi di difendere il difendibile. E quindi fuori zingari e immigrati. Quello alla Lega è un voto di paura e di resa. Se ne esce solo rilanciando una politica che difenda gli interessi dei lavoratori, a cominciare dalla difesa dei loro diritti e dalla redistribuzione del reddito».
FIAT, GM E OPEL. MA LO STATO DOV'E'? – «Temo che alla fine i tagli ricadano nel nostro paese, e questo sarebbe inaccettabile, visto che la Fiat ha preso un mucchio di soldi pubblici. Il mercato da sè non basta, serve un'indirizzo dello Stato. Sul fronte Opel il rischio poteva essere quello di una gamma di produzione sovrapponibile a quello di Fiat. Ma il punto da sottolineare è un altro, ed è quello più importante. Le trattative tra questi grandi gruppi, sono trattative tra gli Stati. Intervengono Obama, la Merkel e l'assenza dello stato italiano in questo contesto è gravissima. Si stanno decidendo gerarchie mondiale e noi non esistiamo. E' un campanello d'allarme pesante».
SALARI – «Sì a un salario minimo europeo, eviterebbe la guerra tra i poveri. Dovrebbe aumentare di anno in anno e dovrebbe avere come obiettivo il termine dei cinque anni. In Italia serve lottare per alzare gli stipendi perché Berlusconi sta facendo esattamente il contrario di quanto serva in un momento di crisi: mette soldi per salvare le banche e un tetto ai salari»
BRUNETTA «La sinistra non protesta? Questo non vale per noi visto che le nostre lotte ci sono state ma non le riporta mai nessuno. L'obiettivo di Brunetta, e quindi quello del governo, è quello di distruggere il sindacato. Il primo passo è quello di cancellare il contratto nazionale del pubblico impiego. Vuole dividere i lavoratori per gestire contratti individuali».
SINISTRA UNITA – «Il problema intanto per ora è quello di costruire un'opposizione. Oggi non esiste. E' solo televisiva e contro la persona Berlusconi, non contro le sue politiche. Esempio: il federalismo fiscale o i soldi alle banche. Decisioni passate sotto silenzio o addirittura con l'appoggio dell'Idv, come nel caso del Federalismo fiscale. Per sconfiggere la destra non bisogna allearsi con Mastella, come è già stato dimostrato».
EUROPA – «L'attuale costituzione non va bene: solo politiche liberiste e adesione alla Nato. Servono Stati Uniti Europei, con una nuova politica sociale e fiscale. Più potere al parlamento e salario minimo garantito. Per unire l'Europa vanno garantiti i diritti sociali e non solo quelli dei capitali. C'è stata una eccessiva velocità nell'allargamento del numero dei membri. Si doveva procedere con più lentezza e più attenzione. L'ingresso della Turchia non può avvenire se non cancella la pena di morte».
MEZZOGIORNO – «Nel Sud le Regioni dovrebbero utilizzare i fondi europei, mentre questo non avviene molti devono essere restituiti. La Sicilia spende solo quelli che esprimono clientele. Serve un cambio di classe politica o si riproducono gli stessi meccanismi. Serve un movimento di lotta che ponga al centro gli investimenti – che servono – sui progetti e non sulle clientele».
GRILLO– «Su alcune questioni possiamo essere d'accordo, ma una possibile collaborazione politica dipenderà da dove andrà lui. Se continuerà a essere "di destra e di sinistra" non vedo molte prospettive».
Fonte: www.corriere.it