{mosimage}Accompagnarono tarantini da Berlusconi quando il premier andò in Umbria nell'Healt Center di Marc Messeguè
BARI – Da Bari a Milano. Passando per Roma. Gianpaolo Tarantini non reclutava le sue ragazze soltanto in Puglia. Al contrario, la sua agenda era centrata prevalentemente in altre regioni italiane: delle 19 accompagnatrici individuate dagli investigatori più della metà infatti non sono baresi o pugliesi. Il dato emergerebbe chiaramente delle intercettazioni telefoniche che in questi giorni stanno analizzando i militari della Guardia di Finanza. In alcune si farebbe riferimento anche alla seconda visita di Silvio Berlusconi nell'health center di Marc Messeguè, a Melezzole, vicino Todi, dove il premier si sarebbe "rifugiato" per due volte tra settembre e novembre del 2008.
In almeno una di queste due situazioni – come ha ricostruito il settimanale l'Espresso – è passato dal beauty center anche Tarantini. E non era da solo: "Gianpi", così come usava fare quando era invitato dal premier, si sarebbe fatto accompagnare da tre, forse quattro ragazze. La magistratura sta valutando se ascoltarle tutte. Ipotesi questa che però al momento sembra poco probabile: agli atti ci sono le testimonianze di almeno quattro donne (Patrizia D'Addario, Maria Teresa De Nicolò, Lucia Rossini e Barbara Montereale) che raccontano di essere state pagate da Tarantini per partecipare alle feste di Berlusconi.
Tanto basta agli investigatori per contestare il reato di favoreggiamento della prostituzione per il quale, tra gli altri, Tarantini è indagato. Al momento, all'imprenditore barese viene contestata anche l'associazione finalizzata alla truffa e la cessione e il trasporto di sostanze stupefacenti: l'indagine è ancora aperta ma sarebbe vicina alla chiusura.
Chiusa da qualche giorno, sette anni dopo essere cominciata, è invece la prima indagine sui Tarantini condotta dal sostituto procuratore Roberto Rossi. Tra gli indagati c'è anche Salvatore "Tato" Greco, ex parlamentare dell'Udc, oggi responsabile della "Puglia prima di tutto", il movimento del ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto. Greco è considerato socio occulto di una delle società dei Tarantini, la Gsh: per conto dell'azienda, quando era consigliere regionale Udc, gira per le Asl di tutta la Puglia portando preventivi e incassando ordini. Chiama anche uno zio vescovo per intercedere, con successo, sulla Casa Divina Provvidenza di San Giovanni Rotondo dove vengono vendute protesi per la neurochirurgia.
Le conversazioni lasciano pochi spazi alle interpretazioni: "Non mi dare la protesi fetente, che la devo mettere alla mamma dell'ingegnere del Comune" dice un medico a Tarantini. Che risponde: "Non ti preoccupare, ti do quella buona". Nelle conversazioni spunta anche il nome del ministro Fitto, al quale però non viene contestato alcun reato. Dice Tarantini: "Abbiamo fatto questa società io, Claudio è un prestanome di Fitto"… "La società è di Fitto". C'è spazio anche Alberto Tedesco, esponente del Pd, ex assessore regionale alla Salute, che si appresta a entrare in Senato in sostituzione di un neo-europarlamentare: a chiamarlo è Greco, chiedendogli di intercedere con i fratelli Tarantini affinché facciano una concorrenza meno spietata alle aziende dei suoi figli.
Fonte: www.repubblica.it
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