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Eluana, la Procura apre fascicolo resta in piedi l’ipotesi decreto legge

05 de fevereiro de 2009 - Por Comunità Italiana

Un'inchiesta per interrogare amici e parenti di Eluana sulla volontà espressa dalla donna
Berlusconi non ha escluso un provvedimento per anticipare il dl sul testamento biologico

{mosimage}UDINE – Si è svolto questa mattina al Palazzo di Giustizia di Udine il vertice convocato ieri dal Procuratore della Repubblica Antonio Biancardi. Il magistrato ha avuto un colloquio con l'anestesista Amato De Monte, il primario udinese che guida l'equipe di volontari, e l'avvocato di Beppino Englaro, Giuseppe Campeis. Il sanitario e il legale erano stati convocati dopo il trasferimento a Udine di Eluana Englaro e la firma di un protocollo per l'attuazione del decreto della Corte di Appello di Milano per l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione della paziente.

A quanto pare Biancardi è pronto ad aprire un fascicolo. Intende interrogare familiari e amici della ragazza, per verificare la reale volontà di Eluana -come ha sempre detto il padre – di non accettare una vita vegetativa. Ricordiamo la circostanza: Eluana lo avrebbe detto ai genitori dopo la visita a un amico in coma per un incidente stradale.

Il protocollo. A firmare sono stati la casa di riposo La Quiete, Azienda sanitaria Medio Friuli e associazione Per Eluana (composta dall'anestesista Amato De Monte, altri medici e una decina di infermieri specializzati). Un percorso sul quale il ministro del Welfare Sacconi ora intende vedere chiaro per verificarne la legittimità o l'eventuale contrasto con i principi del servizio sanitario nazionale. Il ministero intende anche verificare la validità della struttura per stabilire se è in grado di accogliere una persona in "pericolo di vita". In sostanza, secondo Sacconi e i suoi tecnici, "La Quiete" non avrebbe le qualità tecniche necessarie. Per questo, ieri, è stato convocato a Roma l'assessore regionale alla Sanità, Wladimir Kosic che si è recato nella capitale contro la volontà del governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo notoriamente favorevole alle posizioni di Beppino Englaro sulla sorte della donna.

Il governo prepara un decreto. L'opposizione del governo a lasciar morire in pace Eluana, come ha fatto capire chiaramente ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, potrebbe passare però anche attraverso un decreto che anticipi il testo del disegno di legge sul testamento biologico che vieta di fermare alimentazione e idratazione dei pazienti in stato vegetativo.

"Un decreto legge che obbligasse a non interrompere l'alimentazione forzata bloccherebbe tutto", ha chiarito Campeis lasciando la procura. Senza entrare nel merito di un'eventuale azione del governo, l'avvocato ha sottolineato che "una situazione del genere bloccherebbe tutto perché io non posso far commettere un reato ai medici. Per certi aspetti – ha concluso – ci risolverebbe tutte la cose e la procedura a questo punto non potrebbe che essere sospesa".

Se Palazzo Chigi pensa davvero di percorrere questa strada ha però poco tempo a disposizione. Lo stop alla nutrizione artificiale di Eluana potrebbe partire oggi o al massimo domani. Medici, clinica e legali hanno chiarito infatti andare avanti comunque, nonostante l'assessore regionale alla salute Vladimiro Kosic abbia sollevato dubbi sull'idoneità della clinica, comunicandoli al ministro Sacconi. "Fino a quando saremo nella legalità non ci fermeremo", ha ribadito l'avvocato Campeis.

L'arcivescovo: "Lasciamola morire come Wojtyla". Una voce diversa si leva anche nella Chiesa. E' quella dell'anziano arcivescono emerito di Foggia, Giuseppe Casale. In un'intervista a La Stampa, il prelato spiega di sentirsi "vicinissimo" al padre della ragazza e chiede di non proseguire "questo stucchevole can can", perchè l'alimentazione e l'idratazione sono assimilabili a trattamenti medici e se una cura non porta alcun beneficio può essere legittimamente interrotta".

L'invito è quello di "lasciare che Eluana termini i suoi giorni senza stare a infierire – ha detto Casale – alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili".
"Come cattolici – prosegue Casale – dovremmo interrompere tutto questo clamore ed essere più sereni" e invece di fare campagne, "bisognerebbe accostarsi con pietà cristiana alla decisione di un padre".

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