Il governatore della Regione chiede la collaborazione di tutti per evitare provvedimenti più severi. “Didattica a distanza? Nessuna decisione definitiva”
Continua a salire il numero di contagi da Coronavirus in Lombardia: ieri, con 35.715 tamponi sono stati registrati 4.125 nuovi casi. Dei nuovi positivi, 202 sono ‘debolmente positivi’ e 29 a seguito di test sierologico. Oltre al dato secco relativo ai nuovi contagi, è critico il rapporto tamponi/positivi salito all’11,5% (ieri era all’11,3%). In aumento anche i decessi, +29 (contro i 20 di ieri), un numeroche porta il totale delle vittime dall’inizio dell’emergenza in regione a 17.152. Crescono i ricoveri in ospedale: +174 (complessivamenre 1.695) e quelli in terapia intensiva: +22, che portano il totale a 156 posti occupati.
“Se impennata di contagi possibile lockdown”
La preoccupazione è tanta. Nonostante il Dpcm del 18 ottobre del Governo e le ultime ordinanze della Regione, il rischio di nuovi provvedimenti o di un possibile lockdown non è escluso. Lo ha affermato anche il governatore Attilio Fontana, questa mattina a Sky Tg24: “L’obiettivo è evitare provvedimenti più gravi per la vita sociale e per l’economia della Lombardia, cerchiamo di mettere in pratica i provvedimenti consigliati dai tecnici e siamo in contatto quotidiano con il Governo. Il lockdown si potrebbe evitare, ma se l’impennata dovesse continuare puo’ darsi che possa essere necessario un provvedimento diverso”. E ha aggiunto: “Per il momento l’impegno della Regione è quello di cercare di fare in modo che si arrivi gradualmente, ma soprattutto che si evitino quei provvedimenti che rischiano di essere troppo gravi per i nostri cittadini. Gravi per l’economia ma anche gravi per la vita ordinaria”.
Poi, ha spiegato: “Per assumere provvedimento tipo lockdown ci sono ‘valutazioni di carattere squisitamente tecnico. Noi siamo in contatto costante con il nostro comitato tecnico, con il comitato ristretto che valuta i numeri e giorno dopo giorno cerchiamo di mettere in pratica quelli che sono i provvedimenti, che loro ci consigliano e che sono i più opportuni, ma siamo in contatto anche con il governo quotidianamente proprio perchè e giusto che i reciproci dati possano essere utilizzati da entrambi e ci si possa confrontare”. Insomma se si parla di lockdown ”piu che numeri” bisogna vedere ”la situazione delle occupazioni delle terapie intensive, la situazione delle occupazioni degli ospedali. Dobbiamo evitare che la nostra sanità sia ingolfata in una maniera tale da non poter essere efficiente”. Fontana ha aggiunto: “Noi abbiamo una serie di scenari. Adesso siamo entrati nel terzo scenario dove sono scattati alcuni provvedimenti. Se le cose dovessero continuare a peggiorare ci saranno altri scenari, vediamo cosa succede nelle prossime ore, serve la collaborazione di tutti”.
“Didattica a distanza scelta dolorosa, ma serve meno pressione sui mezzi”
Il governatore è tornato a parlare del tanto discusso provvedimento della didattica a distanza per le scuole superiori: “Dobbiamo ridurre la pressione del trasporto pubblico locale nello spazio di un paio d’ore. Il Tpl nel resto della giornata lavora in modo assolutamente accettabile, con una saturazione intorno al 50-55%. Nell’ora di punta c’è un grande affollamento, soprattutto sulle metropolitane e sui bus. Dobbiamo cercare di ridurre questo affollamento e le ipotesi sono due: o riduciamo la gente che va al lavoro o la gente che va a scuola. Io sono sempre stato a favore della scuola in presenza e contrario alla Dad, ma in una situazione di necessità bisogna fare delle scelte anche dolorose. In questa stessa direzione si e’ anche mosso il presidente Emiliano, con un provvedimento assolutamente identico al mio”. “E’ un provvedimento temporaneo – ha proseguito -, abbiamo 13-14 giorni per studiare una modalità di diluizione dell’orario di ingresso degli studenti con l’organizzazione del trasporto pubblico locale, che potremmo utilizzare per evitare la didattica a distanza. Da giugno chiediamo al Governo un intervento economico, perche’ per aggiungere corse servono piu’ risorse, sia in merito alla diluizione dell’inizio dell’orario di lavoro e di studio, non abbiamo avuto risposte. Abbiamo due settimane, speriamo che il Governo ci senta”. Con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sulla Dad “oggi ci dobbiamo ancora incontrare, non è stata presa nessuna decisione definitiva – ha sottolineato -. E’ indubbio che di fronte al peggioramento dei numeri qualcosa bisogna fare. Posso dire che forse si è trattato di un misunderstanding da parte loro, perche’ questa cosa e’ stata esplicitata il lunedi’, quando abbiamo iniziato a esplicitare le misure, poi c’e’ stato soltanto un diverso modo di esprimere la stessa cosa in burocratese, le due espressioni dicevano la stessa cosa”.
“Rsa, rischio che lavoratori portino il virus”
Fontana è preoccupato per le Rsa: “Da una settimana circa abbiamo irrigidito ulteriormente le modalita’, pero’ purtroppo c’e’ il rischio che siano gli stessi lavoratori che entrano a portare dentro il virus. La situazione e’ estremamente attenzionata, ci sono una serie di protocolli che devono essere rispettati, sono assolutamente convinto che la cosa si potra’ contenere”.
Rinviati gli interventi chirgici non urgenti
Nel frattempo gli effetti della seconda ondata cominciano a sentirsi anche negli ospedali. Regione Lombardia, infatti, ha deciso la graduale riduzione delle attività di chirurgia ordinaria, ovvero delle operazioni programmate differibli (quindi non le urgenze). La riduzione varia a seconda degli ospedali in base alla situazione di ciascuno. (IL Giorno)