Il diplomatico all’AGI: “Più passa il tempo più difficile sarà tornare con voli indiretti, per le misure restrittive di un numero crescente di Paesi che rendono complesso il viaggio”
Il sentimento dominante fra i residenti in Italia bloccati in Brasile è di costernazione, frustrazione e crescente angoscia”: lo ha detto all’AGI l’ambasciatore d’Italia a Brasilia, Francesco Azzarello. “Dalla dettagliata mappatura che la rete diplomatico-consolare ha effettuato, informando anche il competente ministero della Salute, vi sono circa 1.500 residenti bloccati, moltissimi italiani, ma anche mogli brasiliane e tanti minori”, ha sottolineato l’ambasciatore, auspicando “un semplice provvedimento ad hoc, prima della scadenza, a favore dei soli residenti in Italia.
“Da metà dicembre a metà gennaio – ha ricordato Azzarello – in Brasile è estate, un periodo di vacanza in cui le famiglie si riuniscono. Fra i bloccati vi sono anche brasiliani che lavorano da tempo in Italia, dove la loro comunità è di circa 130.000 persone. Attenzione a non confondere i 1.500 residenti in Italia qui bloccati con i 640.000 italiani residenti in Brasile”.
“I residenti in Italia – ha spiegato l’ambasciatore – chiedono di poter rientrare alle proprie case, famiglie e lavoro, sottoponendosi ovviamente a quarantena, tamponi e controlli di rito. Abbiamo anche richieste di voli speciali. Più passa il tempo più difficile sarà il rientro con voli indiretti, giacché le misure restrittive di un numero crescente di Paesi rendono sempre più complesso il viaggio”.
“La pandemia in Brasile – ha sottolineato Azzarello – si è fortemente aggravata a partire da metà dicembre. E la variante diffusasi a Manaus, nello stato dell’Amazonas, di cui molti parlano, è da settimane allo studio. E’ opinione condivisa, nell’eccellente mondo scientifico brasiliano, che la variante possa comportare una diffusione più rapida del virus, ma ad oggi non esistono studi scientifici che provino una sua maggiore pericolosità sia in termini di ospedalizzazioni sia di effetti controproducenti rispetto all’azione dei vaccini. Né si possono fare previsioni sui tempi degli studi scientifici in atto”.
“La soluzione al problema – ha concluso l’ambasciatore – è quella invocata dai circa 1.500 bloccati, poter rientrare sottoponendosi a tutti i controlli ritenuti necessari dal Ministero della Salute. La proroga dell’ordinanza del 16 gennaio scade il 15 febbraio. Viene auspicato un semplice provvedimento ad hoc, prima della scadenza, a favore dei soli residenti in Italia”. (AGI)